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L’EMIGRAZIONE DAL LAZIO DAL 1951 AD OGGI IN UNA INDAGINE DEL DIPARTIMENTO DI GEOGRAFIA UMANA DE "LA SAPIENZA" DI ROMA
Informazioni
ROMA\ aise - L’emigrazione dal Lazio dal 1951 ad oggi è al centro di una indagine condotta dal Dipartimento di Geografia Umana della Facoltà di Lettere dell’Università degli studi La Sapienza di Roma. Responsabile del progetto, finanziato dalla regione Lazio, è la professoressa Flavia Cristaldi che oggi ci ha spiegato gli obiettivi e il metodo con cui è stato condotto lo studio che verrà presentato nel prossimo autunno.
"La nostra ricerca – ci ha detto la Cristaldi - non ha una caratterizzazione storica: non abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui flussi dell’800 o dei primi del ‘900, ma su quelli in atto dal 1951 ad oggi. Per farlo, abbiamo cercato di integrare sia il metodo quantitativo che qualitativo, utilizzando sia i dati statistici, fornitici dall’Istat e dall’Aire sia ricorrendo ad interviste e alla raccolta di storie di vita". Materiale, quest’ultimo, che sarà contenuto in un video che verrà realizzato e presentato contestualmente alla ricerca.
Protagonisti i laziali all’estero, ripresi sia nel loro Paese di residenza, soprattutto Canada, Stati Uniti e Sud America, sia in Regione in occasione dei loro viaggi estivi o, per i più giovani, di studio, sempre finanziati dalla Regione.
In loco, il team della Cristaldi ha potuto contare sulla rete delle associazioni dei laziali nel mondo con cui il più delle volte si è avuto un contatto diretto, senza passare, cioè, dalle istituzioni italiane all’estero.
A lavoro da due anni, si è giunti ormai alle battute finali di un lavoro mastodontico perché, ci ha spiegato la professoressa, la ricerca è stata fatta su scala comunale, cioè che "abbiamo studiato comune per comune cosa è successo i questi 50 anni in termini di flussi migratori".
A svuotarsi di più le province di Frosinone e Latina, ci ha anticipato la Cristaldi, anche se un discorso a parte deve essere fatto per Roma, sede, come noto, dell’anagrafe residuale. Una condizione che rende più complicata l’esatta individuazione dei dati, ma che non ha impedito comunque di isolarne alcuni. Ne è emerso, ad esempio, che dalla città si continua ad emigrare ancora oggi. A cambiare sono le motivazioni. Non più, o non solo, per migliorare la propria situazione economica, ma anche per vivere in paesi che garantiscono una maggiore qualità della vita. "Le persone che lasciano Roma per l’estero – ha spiegato la Cristaldi – sono oggi professionisti, persone che avevano già un lavoro, ma che si sono dette "stufe" del gigantismo della città". Dalla ricerca, poi, è emerso anche che dalla provincia di Roma emigrano più donne che uomini.
Alla condizione della donna in emigrazione, al suo ruolo, alle sue conquiste è dedicata parte della ricerca che ha evidenziato come sia l’autonomia e la voglia di migliorare la propria posizione a spingere le giovani laziali all’estero.
Durata due anni, la ricerca, come accennato, verrà presentata nel prossimo autunno, probabilmente tra ottobre e novembre, in un convegno nazionale o internazionale.
"A conclusione di questo primo anno – ci ha detto ancora la Cristaldi – abbiamo organizzato venerdì prossimo un tavolo di lavoro a porte chiuse cui abbiamo invitato rappresentanti associativi, quelli della Casa dell’emigrante, organi di stampa, statistici e la Fondazione Migrantes. Obiettivo è quello di fare un confronto, per informare tutti sulla ricerca e, perchè no, raccogliere i loro suggerimenti, cercando di superare quelle che sono le differenziazioni anche disciplinari. Noi, lo ricordo, siamo dei geografi, mentre questa tematica spesso è stata trattata da storici. Sarà anche un’occasione – ha precisato la responsabile del progetto - per far capire il valore aggiunto della geografia, visto che non andremo soltanto ad evidenziare i modi, i tempi, i livelli di istruzione che caratterizzano vecchia e nuova emigrazione o come e se queste persone continuano ad avere rapporti con l’Italia e i loro parenti, ma anche che succede sul territorio".
Sarà un’occasione, ha concluso la Cristaldi, che "permetterà al nostro Dipartimento, e a tutti coloro i quali si interessano di questa importante tematica, di arricchirsi dell’esperienza e della competenza di tutti i presenti, oltreché di porre le basi per future utili e piacevoli collaborazioni".
"La nostra ricerca – ci ha detto la Cristaldi - non ha una caratterizzazione storica: non abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui flussi dell’800 o dei primi del ‘900, ma su quelli in atto dal 1951 ad oggi. Per farlo, abbiamo cercato di integrare sia il metodo quantitativo che qualitativo, utilizzando sia i dati statistici, fornitici dall’Istat e dall’Aire sia ricorrendo ad interviste e alla raccolta di storie di vita". Materiale, quest’ultimo, che sarà contenuto in un video che verrà realizzato e presentato contestualmente alla ricerca.
Protagonisti i laziali all’estero, ripresi sia nel loro Paese di residenza, soprattutto Canada, Stati Uniti e Sud America, sia in Regione in occasione dei loro viaggi estivi o, per i più giovani, di studio, sempre finanziati dalla Regione.
In loco, il team della Cristaldi ha potuto contare sulla rete delle associazioni dei laziali nel mondo con cui il più delle volte si è avuto un contatto diretto, senza passare, cioè, dalle istituzioni italiane all’estero.
A lavoro da due anni, si è giunti ormai alle battute finali di un lavoro mastodontico perché, ci ha spiegato la professoressa, la ricerca è stata fatta su scala comunale, cioè che "abbiamo studiato comune per comune cosa è successo i questi 50 anni in termini di flussi migratori".
A svuotarsi di più le province di Frosinone e Latina, ci ha anticipato la Cristaldi, anche se un discorso a parte deve essere fatto per Roma, sede, come noto, dell’anagrafe residuale. Una condizione che rende più complicata l’esatta individuazione dei dati, ma che non ha impedito comunque di isolarne alcuni. Ne è emerso, ad esempio, che dalla città si continua ad emigrare ancora oggi. A cambiare sono le motivazioni. Non più, o non solo, per migliorare la propria situazione economica, ma anche per vivere in paesi che garantiscono una maggiore qualità della vita. "Le persone che lasciano Roma per l’estero – ha spiegato la Cristaldi – sono oggi professionisti, persone che avevano già un lavoro, ma che si sono dette "stufe" del gigantismo della città". Dalla ricerca, poi, è emerso anche che dalla provincia di Roma emigrano più donne che uomini.
Alla condizione della donna in emigrazione, al suo ruolo, alle sue conquiste è dedicata parte della ricerca che ha evidenziato come sia l’autonomia e la voglia di migliorare la propria posizione a spingere le giovani laziali all’estero.
Durata due anni, la ricerca, come accennato, verrà presentata nel prossimo autunno, probabilmente tra ottobre e novembre, in un convegno nazionale o internazionale.
"A conclusione di questo primo anno – ci ha detto ancora la Cristaldi – abbiamo organizzato venerdì prossimo un tavolo di lavoro a porte chiuse cui abbiamo invitato rappresentanti associativi, quelli della Casa dell’emigrante, organi di stampa, statistici e la Fondazione Migrantes. Obiettivo è quello di fare un confronto, per informare tutti sulla ricerca e, perchè no, raccogliere i loro suggerimenti, cercando di superare quelle che sono le differenziazioni anche disciplinari. Noi, lo ricordo, siamo dei geografi, mentre questa tematica spesso è stata trattata da storici. Sarà anche un’occasione – ha precisato la responsabile del progetto - per far capire il valore aggiunto della geografia, visto che non andremo soltanto ad evidenziare i modi, i tempi, i livelli di istruzione che caratterizzano vecchia e nuova emigrazione o come e se queste persone continuano ad avere rapporti con l’Italia e i loro parenti, ma anche che succede sul territorio".
Sarà un’occasione, ha concluso la Cristaldi, che "permetterà al nostro Dipartimento, e a tutti coloro i quali si interessano di questa importante tematica, di arricchirsi dell’esperienza e della competenza di tutti i presenti, oltreché di porre le basi per future utili e piacevoli collaborazioni".
(m.cipollone\aise)